Recuperare la dimensione del tempo, questa l’unica, vera ricchezza per l’uomo del XXI secolo.
Una ricchezza che può essere raggiunta solo ricollegandoci alla ciclicità del mondo naturale, imparando a ritrovare, all’interno di noi stessi, il ritmo del nostro tempo interno.
Il cavallo può porsi in questo contesto come elemento cardine di una nuova forma tutta particolare di “consumo culturale” che risponde ad un bisogno sempre più diffuso di immersione nelle atmosfere della memoria, di recupero delle tradizioni locali, di rinnovato interesse per l’ambiente e per un turismo eco-compatibile.
Il cavallo occupa fin dalle origini della civiltà un posto unico – ed insostituibile – nella storia dell’uomo.
Nel XII sec. a.C. si trovano diverse tracce della presenza di carri trainati da cavalli utilizzati per il trasporto di persone oltre quelli impiegato nelle attività militari, da parte del popolo degli Ittiti.
Il cavallo agricolo, in seguito alla meccanizzazione dell’agricoltura, ha subito un processo abbastanza rapido di “dismissione” a favore di un impiego nelle attività sportive e ludico-amatoriali.
Negli ultimi 10 anni, sulla scia dei trend dettati dai nostri cugini europei, il Cavallo Agricolo Italiano inteso come animale da Zootecnia finalizzato alla selezione ed all’Allevamento ha subito un processo di riqualificazione anche nelle moderne aziende agricole, veicolando in maniera calzante i concetti di eco-sostenibilità e basso impatto ambientale.
Inserito fin dagli anni 90 nelle misure dei Piani di Sviluppo Rurale dapprima nelle Fattorie Didattiche, poi in quelle Sociali, attualmente molto richiesto in progetti élitari per la riscoperta e conservazione di antiche semenze autoctone nelle lavorazioni dei vigneti a produzione biologica, il CAVALLO AGRICOLO (CAITPR) vanta a tutt’oggi una sentita e partecipata scia di appassionati che non perdono occasione per valorizzarlo nelle sue “modalità originarie“: il cavallo da lavoro che per secoli ha affiancato l’uomo nella vita quotidiana e da sempre ne ha costituito il “valore aggiunto”, nonché elaborato un concetto di “binomio” ante-litteram, inteso come feeling e collaborazione.
Dal trasporto alla ranghinatura ed aratura in spazi difficilmente “gestibili” con mezzi meccanici; nel delicato lavoro della gestione delle mandrie; nella gestione degli usi civici in zone non accessibili ai mezzi meccanici, il cavallo, così come l’asino ed il mulo restano ancora una preziosa ancora di salvezza.
La naturale predisposizione verso l’uomo, la velocità nei movimenti, la capacità di manovra in spazi assolutamente ristretti, ne fanno una risorsa notevole ed assolutamente competitiva a dimostrazione e testimonianza che nel 2021 l’unica resistenza “nell’impiegare cavalli nel lavoro” è quella mentale, oltre che un’esigenza reale di re-impossessarsi del proprio tempo e forse ancor più del proprio spazio emotivo.
Lavoro in senso molto ampio del termine in quanto molte sono le razze in Italia che proprio per la particolare predisposizione dovuta ad una genetica che tramanda la componente di “collaborazione ed interazione” con l’uomo, vedono i propri cavalli impiegati nelle attività particolarmente delicate di riabilitazione equestre.
L’Italia vanta ad oggi una varietà territoriale che permette a molti allevatori di portare avanti progetti di selezione molto apprezzati anche all’estero e al contempo di lavorare quotidianamente affinché la genetica con tutti i miglioramenti ad essa legati non tralasci né dimentichi mai le tradizioni che hanno reso grandi le nostre eccellenze nel corso del tempo.
ll Cavallo è da sempre compagno dell’uomo.
Già ventimila anni fa nelle grotte di Lascaux troviamo testimonianze importantissime che ci riconducono ad una visione ancestrale che ne attesta ed accerta l’altissimo valore simbolico.
Convinzione di PASSIONECAITPR fin dalla sua ideazione nel lontano 2005 è che ponendo oggi le basi con elementi fortemente legati alla cultura del nostro territorio, sia davvero arrivato il momento di presentare al mondo intero una nuova (la nostra) visione di integrazione “tout court” affinché risulti possibile con – e sicuramente grazie – ai Cavalli proiettarsi in una dimensione troppo spesso dimenticata, che inneschi il tanto inflazionato concetto di sostenibilità che in questo caso diventa realmente sostenibile.
Tieni bene a mente questa breve considerazione.
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