Pascoli e paesaggi: il potere invisibile della Biodiversità
Ritirare gli animali dal pascolo estivo è essenziale per la sostenibilità, soprattutto per razze come il cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido (CAITPR), che ha un ruolo significativo nelle aree montane e rurali.
Ecco alcune ragioni fondamentali.
La rigenerazione del suolo e della vegetazione
Una corretta gestione dal pascolo permette alla vegetazione di rigenerarsi, riducendo il rischio di degrado del suolo. Una pressione di pascolo prolungata e intensa può compromettere la crescita delle piante perenni, ridurre la biodiversità e aumentare l’erosione del terreno.
La prevenzione dell’erosione e della desertificazione
I cavalli CAITPR, per via della loro mole e del loro stile di alimentazione, possono esercitare una notevole pressione sul suolo. Ritirandoli a fine stagione, si evita un impatto eccessivo sul terreno, specialmente su suoli montani o poco profondi, vulnerabili all’erosione.
La gestione delle risorse naturali
Limitare il periodo di pascolo permette una gestione sostenibile delle risorse vegetali, evitando l’eccessivo sfruttamento del foraggio naturale. Così si garantisce che le aree di pascolo rimangano produttive e abbiano tempo per rigenerarsi prima della stagione successiva.
Il benessere degli Animali
Il ritiro permette di fornire ai cavalli una dieta adeguata e bilanciata al termine dell’estate, quando le risorse alimentari nei pascoli potrebbero iniziare a scarseggiare. Questo è particolarmente importante per il CAITPR, una razza che, pur essendo rustica, può risentire della mancanza di nutrimento adeguato in caso di pascoli troppo sfruttati.
La conservazione della Biodiversità locale
Ritirare i cavalli dal pascolo favorisce la crescita di specie vegetali native e altre forme di vita, evitando che alcune specie meno resistenti alla pressione del pascolo vengano eliminate.
Così, l’equilibrio ecologico locale viene mantenuto, sostenendo un ambiente più sano e diversificato.
La gestione del pascolo estivo e il ritiro stagionale, quindi, non solo protegge l’ambiente montano, ma garantisce anche la salute degli animali e la conservazione delle risorse naturali, integrandosi nei principi della sostenibilità.
LAZIO e ABRUZZO: regioni a maggior consistenza di Cavalli Agricoli
Nel Lazio e in Abruzzo, le aree di pascolo montano sono cruciali sia per l’allevamento delle razze locali che per la gestione sostenibile dei territori, specialmente nei contesti rurali e nelle zone interne.
In queste regioni, il cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido (CAITPR) è stato introdotto per rispondere alle esigenze di supporto agricolo in ambienti montani e si è integrato nell’economia locale, apportando valore anche in termini di tutela della biodiversità e del paesaggio.
Ecco una panoramica con dati specifici per queste due regioni
1. Estensione e tipologie di pascolo
Lazio
Con una superficie agricola utilizzata (SAU) di circa 800.000 ettari, il Lazio vanta anche una vasta area destinata a prati e pascoli montani, soprattutto nelle province di Rieti e Frosinone, dove prevalgono le aree appenniniche. Le altitudini variano dai 600 ai 2000 metri, e ciò crea una gamma di pascoli ad alta biodiversità.
Abruzzo
L’Abruzzo, che comprende importanti parchi nazionali come il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco della Majella, conta circa 1 milione di ettari di pascoli e prati. Con un’altitudine media elevata e una variabilità climatica importante, l’Abruzzo rappresenta una delle aree italiane con maggiore biodiversità.
2. Benefici Ecologici del Ritiro degli Animali a Fine Stagione
Prevenzione dell’Erosione e Ripristino del Suolo
In aree come i Monti della Laga (Abruzzo) ei Monti Simbruini (Lazio), il ritiro degli animali dai pascoli montani aiuta a prevenire il rischio di frane e erosione, fenomeni comuni in queste zone ad alta pendenza.
L’eccessivo sfruttamento dei pascoli causa infatti una pressione sul terreno che lo rende vulnerabile all’erosione, compromettendo anche il manto erboso necessario per la stagione successiva.
Rigenerazione della Biodiversità Vegetale e Faunistica
In entrambe le regioni, l’allevamento estivo intensivo può danneggiare specie vegetali endemiche. Ritirare gli animali permette a queste piante di rigenerarsi, preservando la biodiversità che caratterizza queste aree montane, come nel caso delle praterie appenniniche abruzzesi, ricche di specie di flora protetta.
Pascoli e paesaggi: il potere invisibile della Biodiversità
3. Sostenibilità economica e ambientale
Lazio
Nel Lazio, i progetti di controllo controllato incentivano la gestione sostenibile delle risorse locali. Ritirare gli animali permette ai pastori di utilizzare la biomassa dei pascoli in maniera più efficace, garantendo il foraggio per l’azienda e contribuendo al mantenimento di paesaggi aperti e accessibili, che sono anche attrazioni turistiche.
Abruzzo
Qui, la pratica del ritiro dal pascolo è particolarmente sostenuta nei programmi di conservazione della biodiversità. La regione investe in incentivi per l’allevamento sostenibile, incoraggiando gli agricoltori a evitare il sovraccarico dei pascoli, specialmente in aree vulnerabili all’erosione. Il ritiro è visto come una misura di tutela anche per altre specie autoctone, poiché la gestione controllata degli spazi montani promuove la coesistenza di diverse specie animali e vegetali.
4. Sistemi di Incentivazione e Programmi di Sostegno
Lazio e Abruzzo
Entrambe le regioni hanno attivato programmi del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) per sostenere le pratiche di allevamento sostenibile e la conservazione dei pascoli. Questi programmi spesso incentivano gli allevatori a ritirare il bestiame entro l’autunno, per evitare danni ai pascoli invernali. Inoltre, tali programmi premiano l’adozione di pratiche che contribuiscono alla conservazione degli ecosistemi e al miglioramento della qualità del suolo.
5. Impatto sulle Comunità Locali e Turismo Sostenibile
In Abruzzo, in particolare, il turismo rurale è influenzato dalla presenza di aree montane ben gestite, che attraggono appassionati di natura e di escursioni, creando opportunità economiche per le comunità locali. Ritirare gli animali dai pascoli a fine stagione contribuisce a mantenere i sentieri e le aree montane in buone condizioni, sostenendo l’attrattiva turistica.
Pascoli e paesaggi: il potere invisibile della Biodiversità
IN SINTESI
Ritirare gli animali dai pascoli a fine estate, nelle regioni appenniniche come Lazio e Abruzzo, è una pratica vitale per sostenere la biodiversità, prevenire l’erosione del suolo, promuovere un’agricoltura più sostenibile e valorizzare l’ambiente naturale anche a fini turistici.