Istituita dalle Nazioni Unite nel 2000 con Risoluzione 55/201 e proclamata per il 22 maggio, la Giornata Mondiale della Biodiversità ha lo scopo di aumentare la comprensione e la consapevolezza dei problemi della biodiversità e di commemorare l’adozione del testo della Convention on Biological Diversity (CBD) adottata a Nairobi, Kenya, il 22 maggio 1992 e firmata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992.
IPSE DIXIT
“Non abbiamo ereditato questo mondo dai nostri genitori, l’abbiamo preso in prestito dai nostri figli...”
È un proverbio indubbiamente famoso ma di incerta attribuzione: secondo alcuni Amerindo, secondo altri Masai. Ovviamente ispirato ad un alto concetto di legame con la natura di popolazioni indigene.
Il tema di quest’anno
Le iniziative della Giornata mondiale della Biodiversità 2023 saranno incentrate sul tema “dall’accordo all’azione: ricostruire la biodiversità”.
Lo scopo è quello di incentivare le strategie, i piani e i programmi nazionali volti a garantire la conservazione e l’utilizzazione durevole della diversità biologica.
La Convention on Biological Diversity (CBD) è lo strumento legale internazionale per “la conservazione della diversità biologica, l’uso sostenibile dei suoi componenti e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche” che è stato ratificato da 196 nazioni.
Il suo obiettivo generale è quello di incoraggiare le azioni che porteranno ad un futuro sostenibile.
La conservazione della biodiversità è una preoccupazione comune dell’umanità.
La CBD copre la biodiversità a tutti i livelli: ecosistemi, specie e risorse genetiche.
Copre anche le biotecnologie, anche attraverso il protocollo di Cartagena sulla biosicurezza.
In effetti, copre tutti i possibili domini che sono direttamente o indirettamente collegati alla biodiversità e al suo ruolo nello sviluppo, dalla scienza, la politica e l’educazione all’agricoltura, gli affari, la cultura e molto altro.
Cos’è la biodiversità?
La descrizione più completa l’ha data l’ONU, definendo la diversità biologica come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono. Questa diversità si declina a livello genetico, di specie e di ecosistema.
Nel primo caso si intende la differenza dei geni all’interno di una determinata specie e, di conseguenza, la totalità del patrimonio genetico degli organismi che popolano la Terra. La diversità di specie è invece riferita all’abbondanza di specie presenti in un determinato territorio.
Infine, la diversità di ecosistema definisce la quantità di habitat e di ecosistemi nei quali vivono e si sviluppano i diversi organismi.
In Italia
Gli obiettivi europei sono stati recepiti nel 2021 dal Ministero della Transizione Ecologica, che ha avviato la definizione della Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030. Il documento delinea una visione di futuro e di sviluppo articolata in due macro obiettivi strategici, a loro volta declinati in diversi ambiti di intervento: costruire una rete coerente di aree protette terrestri e marine; ripristinare gli ecosistemi terrestri e marini. Una verifica dei risultati raggiunti è prevista per il 2026.
CASE STUDY: IL CAITPR
Sicuramente non si può parlare di RAZZA IN VIA D’ESTINZIONE, sebbene costituisca una risorsa genetica iscritta nel Registro delle Biodiversità di interesse agrario.
Secondo la FAO la classificazione si basa sulla dimensione complessiva della popolazione, sul numero di femmine riproduttive e sul trend della popolazione (in aumento, stabile o in decremento). Stabile, nel caso del CAITPR.
Estinta: razza per la quale non e più possibile ricreare la popolazione; l’estinzione e inevitabile, perché non esistono riproduttori maschi (seme) o femmine (oociti) ne embrioni.
Critica: razza con meno di 100 femmine riproduttive o con meno (o al massimo) 5 maschi riproduttori, ovvero razza con popolazione complessiva di circa 100 animali, ma in diminuzione, e percentuale di femmine allevate in purezza inferiore all’80%.
Critica conservata: condizioni identiche a quelle di una razza in situazione critica, ma per la quale sono attivi programmi di conservazione, ovvero le popolazioni sono mantenute da compagnie commerciali o da istituti di ricerca.
Minacciata: razza con un numero totale di femmine compreso tra 100 e 1000, o con un numero di maschi inferiore o pari a 20 ma maggiore di 5; ovvero razza con popolazione complessiva di circa 100 animali ma in aumento, e percentuale di femmine allevate in purezza maggiore dell’80%; ovvero razza con popolazione complessiva di circa 1000 animali, ma in decremento, e percentuale di femmine allevate in purezza inferiore all’80%.
Minacciata conservata: condizioni identiche a quelle di una razza minacciata, ma per la quale sono attivi programmi di conservazione, ovvero le popolazioni sono mantenute da compagnie commerciali o da istituti di ricerca.
Non a rischio: razza con numero totale di femmine e maschi riproduttori maggiore rispettivamente di 1000 e 20; ovvero razza con popolazione complessiva di circa 1000 animali, in aumento e con una percentuale di femmine allevate in purezza pari a circa il 100%.
Stato sconosciuto: la consistenza della popolazione non e nota e necessita di indagini conoscitive.
fonte: sito web FAO ufficiale
DEFINIZIONE DI RISORSA GENETICA
Per «risorse genetiche» si intende il materiale genetico di origine vegetale, animale e microbica, avente un valore effettivo o potenziale per l’agricoltura.
IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE DI PASSIONECAITPR SI BASA SU OBIETTIVI FINALIZZATI ALLA SELEZIONE DI:
- CAITPR resistenti e docili per i tradizionali impieghi in agricoltura a trazione animale; le attività boschive ed agro-silvo-pastorali; il turismo equestre e le attività da diporto e/o agri-turistiche;
- CAITPR con spiccate capacità attitudinali, riguardo le andature per l’impiego nella disciplina degli attacchi sportivi, del volteggio anche agonistiche e di tutte le attività sportive non agonistiche;
- CAITPR con spiccate capacità psico-attitudinali, per l’impiego nella disciplina della riabilitazione equestre e negli IAA – Interventi Assistiti con gli Animali;
- CAITPR soggetti resistenti idonei al pascolo come strumento eco-pastorale di contenimento dell’impatto ambientale, sostenibilità, manutenzione del territorio e tutela della biodiversità;
- produzioni zootecniche derivate ibride, certificate come MULI e BARDOTTI.
LA POPOLAZIONE DEL CAITPR IN ITALIA
La razza CAITPR vanta oggi una consistenza complessiva di circa 8.000 capi dislocati in tutte le Regioni.
Partendo dalla zona d’origine, identificata nella Pianura Padana Veneta e Ferrarese, attualmente si annoverano i principali ceppi di Allevamento nel Centro Italia, raccogliendo i 2/3 dell’intera popolazione nelle sole province dell’Aquila, Rieti e Perugia.
Il dato è confermato anche dalla BDN (Banca Dati Nazionale) aggiornata al 31/12/2022.
APPROFONDIMENTI
Cosa possiamo fare noi?
Come ASSOCIAZIONE possiamo:
- adottare pratiche di produzione sostenibili e ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività;
- promuovere la riforestazione e la conservazione della biodiversità, anche attraverso iniziative di responsabilità sociale;
- collaborare con altri attori, come le istituzioni locali e le organizzazioni varie, per promuovere la gestione sostenibile delle risorse naturali e proteggere gli ecosistemi terrestri;
- sensibilizzare i nostri collaboratori sulla necessità di adottare comportamenti sostenibili, attraverso campagne di comunicazione e iniziative di formazione (proprio come quella che stai leggendo)
Come INDIVIDUI possiamo:
- ridurre l’impatto ambientale delle nostre azioni quotidiane, ad esempio attraverso la riduzione del consumo di energia e di acqua, e scegliendo prodotti a basso impatto ambientale
- partecipare a iniziative di volontariato per la tutela dell’ambiente, come la pulizia di parchi e spiagge o la partecipazione a progetti di riforestazione.
- sostenere le organizzazioni pro ambiente e le iniziative di tutela della biodiversità, attraverso donazioni e adesioni
- sensibilizzare amici e familiari sulla necessità di adottare comportamenti sostenibili e di proteggere gli ecosistemi terrestri, promuovendo la condivisione di informazioni e la partecipazione a iniziative di sensibilizzazione
Abbiamo selezionato lo speciale di CARTARIA ITALIANA sull’Agenda 2030
LA COSTITUZIONE ITALIANA
Per la prima volta nei 74 anni della Carta, si interviene sui principi fondamentali, quelli cioè compresi tra l’articolo 1 e l’articolo 12. Nello specifico la modifica riguarda l’art. 9, noto fin qui come l’articolo che tutela il paesaggio: una definizione che ora, nell’era della crisi climatica, non può che apparire insufficiente, con la Corte costituzionale che più volte nel corso degli anni ne ha spiegato, interpretato e allargato l’ambito di applicazione.
Nella scheda che accompagna il provvedimento, si legge che l’obiettivo è quello di “riconoscere un principio di tutela ambientale nell’ambito dei Principi fondamentali enunciati nella Costituzione, attribuendo alla Repubblica anche la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi.
La legge di riforma della Carta fondamentale introduce poi la dicitura “anche nell’interesse delle future generazioni“, inedita nel dettato costituzionale e significativa di una nuova consapevolezza. Viene inoltre inserito un principio di tutela degli animali, ma attraverso la previsione di una riserva di legge statale che ne disciplini le forme e i modi.
Infine il provvedimento integra l’articolo 41 stabilendo che l’iniziativa economica privata non può svolgersi in danno alla salute e all’ambiente, premettendo questi due limiti a quelli già vigenti (la sicurezza, la libertà e la dignità umana)”.